Sono Elena e nei mesi di febbraio e marzo 2023 ho fatto l’esperienza del Progetto Sicomoro, partecipando come vittima, nel carcere delle vallette a Torino per 7 settimane, ove, con l’aiuto di facilitatori, si incontrano e si mettono a confronto un gruppo di detenuti con alcune vittime.
Ero già stata altre volte a fare volontariato in carcere in occasione del Pranzo d’Amore a NATALE, ed era stata sempre una bella esperienza vedere le famiglie riunite per una bella giornata di festa. Questa volta è stato diverso perché abbiamo avuto modo di conoscerci ad ogni incontro sempre un po’ di più.
All’inizio avevo diverse emozioni: un po’ di timore, ma anche la gioia di poter entrare in carcere con Gesù, per incontrare questi fratelli, che hanno sbagliato e i fratelli/sorelle che hanno subito. Tutti hanno da raccontare storie di dolore, ma anche di rinascita, ci si accosta alle loro vite con delicatezza, con amore e senza pregiudizi.
Spesso i colpevoli sono a loro volta anche vittime e quasi sempre schiavi da dipendenze (alcol, droga, sesso) e da povertà. Già al terzo incontro non pensavo più a me ma a tutti gli amici del gruppo, tutti: detenuti, vittime e facilitatori.
Ad alcuni di loro mi sono particolarmente affezionata, li ho visti cambiare, è cambiato il loro sguardo, hanno cominciato a prendere coscienza del male fatto ed è cresciuta la consapevolezza che se non si può rimediare al male commesso, si può però decidere di cambiare strada per non ripetere più gli stessi errori, si può rinascere e cercare di perdonare, anche se stessi.
Ogni incontro è stato molto atteso, felici di rivederci per la possibilità di confronto. Ascoltare le vittime, vedere le loro lacrime, la loro sofferenza, le cicatrici nella loro anima, ha fatto prendere coscienza del reato e delle sue conseguenze.
Ma anche il bene ha le sue conseguenze, e abbiamo iniziato a vederne i frutti: negli ultimi incontri hanno scritto lettere per chiedere scusa alle loro famiglie e alle loro vittime. È stato molto commovente, ognuno di noi è stato arricchito. Se ci sarà permesso andremo ancora periodicamente a trovarli. Per qualcuno di loro si sono aperte delle strade, come entrare in comunità per poter lavorare fuori dal carcere. È nata una speranza con un sapore nuovo di rinascita.