Il Progetto Sicomoro: un ponte verso la Libertà e il Perdono

Nel contesto complesso delle carceri italiane, il Progetto Sicomoro si presenta come un efficace strumento di mediazione tra vittime e detenuti. Promosso da Prison Fellowship Italia, questo percorso mira a favorire il dialogo sulle conseguenze del crimine, promuovendo la consapevolezza, la responsabilità e la possibilità di un nuovo inizio.

Ispirato alla storia di Zaccheo, il Progetto Sicomoro è articolato in otto tappe che affrontano temi come la responsabilità personale, il riconoscimento del danno causato, il valore del perdono e l’importanza della riparazione. In questo contesto, vittime e detenuti, guidati da facilitatori esperti, hanno l’opportunità di confrontarsi in modo rispettoso e costruttivo.

Di recente, Vincenzo Albanese, volontario di Prison Fellowship Italia, ha partecipato al corso di formazione per facilitatori del Progetto Sicomoro. La sua testimonianza offre uno spaccato autentico dell’impatto positivo di questo percorso. Ecco le sue parole:


“Il Progetto Sicomoro è un ponte che collega due dolori, due facce della stessa medaglia, vittime e carnefici, e traccia una strada che porta al perdono, una strada per la LIBERTÀ.
Mi chiamo Vincenzo e attraverso il corso di facilitatore del Progetto Sicomoro che si è concluso quest’oggi, ho avuto modo di vivere tre giorni intensi fatti di viaggi introspettivi, testimonianze, giorni all’insegna della scoperta del perdono.
È stato un intenso corso di formazione sapientemente guidato da Pierpaolo e Marcella, dove io e i miei compagni di viaggio abbiamo potuto toccare con mano, sperimentandolo attraverso le nostre storie, quanto quelle 8 tappe del Sicomoro sappiano trasformarsi in una guida verso la libertà, verso un perdono autentico, una scelta pensata e ponderata che fa bene al cuore.
Grazie.”


Le parole di Vincenzo rappresentano in modo chiaro l’essenza del Progetto Sicomoro: un percorso strutturato per favorire il confronto consapevole sulle conseguenze del crimine, restituendo dignità e speranza sia ai detenuti che alle vittime.

Il Progetto Sicomoro non è un’iniziativa di Restorative Justice in senso tecnico, ma una forma di mediazione surrogata che punta alla sensibilizzazione e alla responsabilizzazione dei detenuti. Le otto sessioni del percorso accompagnano i partecipanti attraverso:

  • L’analisi delle conseguenze del crimine: comprendere il danno arrecato alle vittime e alla comunità.
  • Il riconoscimento della responsabilità personale: riflettere sulle proprie azioni per promuovere il cambiamento.
  • La riparazione simbolica: atti concreti che rappresentano l’impegno a fare meglio.

Grazie a questo approccio, il Progetto Sicomoro contribuisce a:

  • Ridurre il rischio suicidario: offrendo ascolto e percorsi di crescita personale.
  • Abbattere la recidiva: stimolando una riflessione profonda sulle conseguenze delle proprie azioni.
  • Promuovere il reinserimento sociale: preparando i detenuti a tornare nella società con una nuova consapevolezza.

Il successo del Progetto Sicomoro risiede nella sua capacità di costruire un dialogo autentico tra vittime e detenuti, facilitando un percorso di riconciliazione e crescita personale. Ogni incontro rappresenta un passo verso un sistema penitenziario più inclusivo e orientato al recupero.

Se vuoi sostenere il Progetto Sicomoro e le altre iniziative di Prison Fellowship Italia, puoi farlo attraverso una donazione. Ogni contributo è un investimento nella costruzione di un futuro migliore.

Sostieni il Progetto Sicomoro: https://www.prisonfellowshipitalia.it/donare/

Con questo articolo, vogliamo ringraziare tutti i volontari che dedicano tempo ed energie a questo percorso, i facilitatori che guidano i gruppi con competenza e passione e tutte le persone che, come Vincenzo, credono che la vera giustizia consista nella possibilità di un nuovo inizio.

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