Cuori che si incontrano: la Festa del Papà al Carcere di Ivrea
di Veronica Pellegrin
Ivrea, 22 marzo 2024 – Un giorno speciale ha attraversato i muri della Casa Circondariale di Ivrea, unendo padri detenuti e figli in un clima di festa, emozione e condivisione.
L’iniziativa, promossa da Prison Fellowship Italia in collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito Santo, ha rappresentato un’occasione preziosa per rafforzare i legami familiari, troppo spesso messi alla prova dalla detenzione. L’obiettivo: restituire dignità al ruolo genitoriale e offrire ai bambini un tempo di relazione autentica con i propri padri.
Fin dal mattino, i volontari hanno curato l’allestimento della sala polifunzionale della struttura, trasformandola in un ambiente caloroso e accogliente. L’arrivo dei figli accompagnati dalle mamme ha segnato l’inizio di una giornata intensa. Il momento dell’incontro tra padri e figli è stato carico di emozione: abbracci, lacrime e sorrisi hanno restituito il senso profondo dell’iniziativa.
A seguire, giochi, letture, laboratori e attività creative. Ogni padre ha ricevuto una maglietta con la scritta “Ti voglio bene, Papà!”, che i figli hanno personalizzato con disegni e frasi affettuose. I papà, dal canto loro, hanno realizzato un braccialetto simbolico da donare ai propri figli, insieme a una lettera personale.
Durante il pranzo condiviso, preparato dai volontari del RnS di Ivrea, ogni famiglia si è ritrovata a vivere un momento di quotidianità straordinaria. Il gesto simbolico dello spalmare il pane con la Nutella, da padre a figlio e viceversa, ha suggellato il legame affettivo in modo semplice ma profondo.
Nel pomeriggio, un’attività simbolica ha coinvolto tutti i presenti: ogni persona ha scritto il proprio nome su una stella in cartoncino, poi posizionata su un grande manto celeste. Un modo per affermare che, al di là delle difficoltà, ogni vita ha valore e ogni nome è chiamato ad essere riconosciuto.
La giornata si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa e con i saluti tra i partecipanti. I volontari hanno lasciato la struttura con il cuore colmo di gratitudine, certi che anche un solo momento di contatto tra genitori e figli può rappresentare un passo concreto verso il recupero e il cambiamento.
“Grazie della strabiliante giornata. Così sono riuscito a dimostrare a mio papà quanto gli voglio bene”, ha scritto Andrea, uno dei bambini presenti.
Un segno potente di come, anche in carcere, possa nascere un tempo nuovo. Un tempo in cui, attraverso gesti semplici, si costruiscono legami e si coltiva la speranza.