Io, insieme ad altri tre volontari del Rinnovamento nello Spirito Santo, al cappellano del carcere Don Massimo e al seminarista Paolo, nelle prime ore di questa mattina abbiamo varcato, con timore e tremore, la soglia della Casa di Reclusione Filippo Saporito di Aversa, dove ha avuto inizio “Il Viaggio del Prigioniero”.
In questa periferia esistenziale, entrando in punta di piedi, abbiamo già potuto sperimentare la grazia di incontrare cuori e occhi desiderosi di vita piena, volti e nomi, persone, non solo reati e colpe. Due ore intense, vissute con pienezza, senza perdere un solo centimetro della bellezza che questo luogo, intriso di germogli di speranza, custodisce.
Abbiamo trovato grande accoglienza e solidarietà anche da parte delle guardie carcerarie e del personale, con un autentico desiderio di collaborazione. Tutti insieme, uniti per il bene.
Abbiamo aperto i nostri cuori a questo percorso di redenzione, affinché il centro, che è Cristo, possa attraverso di noi incontrare questi uomini segnati dalla fragilità umana, che in fondo è anche la nostra.
Sentirci parte di questa umanità, non mettendoci da parte né prendendo distanze, ma vivendo con responsabilità e con una profonda conversione interiore, ci rende capaci di trasformare la nostra vita in una missione di servizio per l’uomo.
Con sentimenti di gratitudine al Signore e a chi apre sentieri di luce e di bene, come Prison Fellowship Italia, nelle persone di Marcella, Francesco e tutti i volontari, testardi e perseveranti nei progetti di pace e di liberazione.
Rossella Santoro